Fulvia Frigo, 47 anni, ha fatto della trasparenza la sua professione. Letteralmente. Perché lei è il primo tecnico donna in Carglass. In un’azienda in cui su 895 dipendenti il 25% sono donne tra chi lavora in filiale come assistente cliente o capo centro e chi lavora in sede con ruoli amministrativi o contact center o marketing/ sales, Fulvia è la sola donna che svolge la professione di tecnico a livello nazionale.
Una donna schiva, dal carattere temperato e dalle poche parole che risuonano dentro la cornetta del telefono con un suono cristallino e giovane.
Cosa ti ha portato in Carglass, in un ruolo, per definizione, maschile?
“Sono sempre stata un maschiaccio, poco interessata agli affari da donna e appassionata di lavori manuali. Finite le medie avrei voluto iscrivermi a meccanica, ma mio padre era contrario, un po’ perché pensava non si addicesse ad una ragazza e un po’ perché avrei dovuto fare la pendolare e spostarmi fuori paese. Fu così che entrai in un’azienda tessile che mi chiarì, fuor d’ogni dubbio, che quello non era e non sarebbe mai stato il mio ambiente. In un modo femminile a svolgere lavori da donna mi sentivo impacciata e fuori luogo. Il mio divertimento principale è sempre stato smontare e rimontare, separare ogni parte di un tutto senza distruggerlo per poi ricomporlo attentamente. E’ così che tra un lavoro e l’altro sono arrivata ad essere la prima donna saldatrice di catamarani oceanici e proprio nella realizzazione di uno di questi sono entrata in contatto con un’azienda specialista nel settore vetri poi acquisita da Carglass che ne aveva realizzato e montato i cristalli. Dopo un semestre come saldatrice in una storica casa produttrice italiana di motociclette, ecco che vengo chiamata a lavorare in una filiale per la riparazione e la sostituzione dei vetri. A maggio saranno 8 anni che lavoro in un’azienda che si prende cura dei cristalli degli automobilisti e dall’ottobre 2013 sono diventata tecnico Carglass nell’agenzia di Besozzo. Ironia della sorte, io che mi ero ripromessa, dopo aver lavorato in un’azienda che contava altre 100 donne oltre a me, di affiancarmi solo a uomini, mi trovo ad operare quotidianamente con Sara, la capofficina, e Simona, in amministrazione.”
Difficile lavorare con le donne?
“Ero convinta fosse impossibile per invidie, gelosie, parole non dette che fomentano rancori inutili, invece, mi sono accorta che se l’interesse è comune e la passione è la medesima, il coinvolgimento è totale e la complicità è automatica.”
In questo momento, quindi, non hai colleghi uomini. Immagino tu ne abbia avuti in precedenza. Come si sono comportati? Aiuti, gentilezze, rivalità…
“Ho sempre lavorato bene, ma, non posso negarlo, l’incipit di ogni rapporto vedeva della competizione dovuta al loro sentirsi prevaricati e scalzati in quelle attività in cui si considerano forti e sicuri. Una scheggia di femminilità che riesce a svolgere le loro attività e per certi aspetti lo può fare meglio non è ancora contemplato e questo li destabilizza. Poi, il rapporto si fa complice e la convivenza è bella.”
I clienti, invece, come reagiscono, quando scoprono che l’intervento sarà eseguito da una donna?
“C’è, in effetti, una certa ritrosia iniziale, ma gli interventi che facciamo per lo più in officina si possono seguire passo passo grazie ad una vetrata che permette al cliente di visionare il lavoro. Questo ha così portato clienti che, in passato perché ora sono l’unico tecnico della filiale, chiedevano specificatamente me come operatore perché più preciso e pulito nei passaggi.”
Ci sono vantaggi nell’essere donna rispetto a competenze specifiche richieste?
“Passo l’aspiratore all’interno dell’auto meglio degli uomini.” 😉
Scusa?
“Scherzavo. Sì, l’aspiratore lo passo dopo aver finito il lavoro di sostituzione cristallo, ma la mia voleva solo essere una battuta. Non so se sia una caratteristica da donna o solo personale, ma la precisione richiesta è facilitata dalla pignoleria femminile.”
Con la forza fisica richiesta, invece, come ti rapporti? Insomma, il cristallo avrà un bel peso da sollevare, o sbaglio?
“Siamo aiutati da tecnologie apposite brevettate dal Belron Technical. Sono aiuti con cui ogni tecnico deve imparare a prendere confidenza, dopodiché si trova il lavoro semplificato e molto più sicuro. Con Ezi Wire, strumento composto da un sistema di carrucole e filo metallico, siamo facilitati nella rimozione dell’intero parabrezza rendendo quasi pari a zero i rischi. 1-Tekci consente, invece, il posizionamento di qualsiasi parabrezza con maggiore precisione rispetto al procedimento manuale. Entrambi i sistemi riducono il rischio di danni alla struttura del veicolo causati dallo scivolamento del parabrezza, nonché il rischio di infortuni ai tecnici che non devono più sollevare oggetti pesanti. Tutti noi tecnici installatori seguiamo costantemente corsi di aggiornamento molto rigorosi e articolati in modo da utilizzare nel migliore dei modi le tecnologie messe a punto dal Centro di Ricerche e Sviluppo Belron.
Ho la sensazione che si sottovaluti l’importanza della prevenzione e della cura dei cristalli. Dai alle lettrici di Auto A Spillo 5 consigli da seguire per muoversi in sicurezza?
“Hai ragione, la maggior parte delle persone si interessa (e si allarma) al parabrezza, al lunotto posteriore e ai finestrini solo quando si rigano, si scalfiscono o presentano baffi. In realtà, bisognerebbe:
1. curare molto le spazzole, tenendole pulite dalla micropolevre che inevitabilmente si forma addosso. 2. Non attivare mai le spazzole a secco, ma usare sempre molta acqua. 3. Tenere pulito il più possibile il parabrezza dal terriccio che cade dal cielo, soprattutto dopo momenti di pioggia. 4. Cambiare le spazzole almeno una volta l’anno. 5. Prevenire la trasformazione di una scheggiatura in crepa preferendo la riparazione alla sostituzione.”
Quindi è importante “correre ai ripari” con i cristalli dell’auto come quando in cucina si deve riparare ad una torta venuta male, giusto?
“Questa è proprio la metafora che Carglass usa per spiegare l’importanza di non rimandare la riparazione. E io riparo i parabrezza con lo stesso piacere con cui cucino (e riparo) e mangio (non dimentichiamolo) le torte in cucina. Quello che mi spiace è che con l’abilità e la capacità delle donne di “correre ai ripari” in cucina e in ogni altro aspetto della vita, la responsabilità per i vetri viene delegata, ancora troppo spesso, all’uomo di casa anche per l’auto guidata dalla lei della coppia.”
E’ mentalità e facile abitudine. Eppure Carglass pensa alle donne, soprattutto in quanto mamme.
“Per la sicurezza di tutti, e ovviamente ancora più dei bambini, Carglass applica delle pellicole oscuranti, posizionabili per legge al lunotto e ai finestrini laterali posteriori. Mia figlia ormai, con i suoi 17 anni, è quasi pronta a sedersi al posto di guida, ma queste pellicole se applicate alle superfici interne dei vetri delle automobili permettono di trattenere i frammenti e le schegge limitando, in caso di rottura, che si proiettino all’interno dell’abitacolo proteggendo così i bambini seduti sui seggiolini messi sui sedili posteriori. Inoltre garantiscono una protezione dai raggi ultravioletti rendendo i vetri quasi del tutto impermeabili.”
Fulvia non ha studiato da meccanico, ma, alla fine, si prende cura dell’automile del cliente e il desiderio di smontare e rimontare, diciamolo, è realizzato nella sostituzione di parabrezza, scendenti e lunotto posteriore. Quale maggiore soddisfazione?
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