Oggi, con la rubrica “Piccolo spazio pubblicità” abbiamo deciso di andare contro corrente: da un po’ di tempo, c’è molto entusiasmo riguardo ai dispositivi di realtà virtuale, ma siamo proprio sicuri che la realtà abbia bisogno di essere “aumentata”?
Nonostante la tecnologia ci dia la possibilità di arricchire vertiginosamente le nostre esperienze, come avviene, ad esempio, con i Google Glass o con l’Oculus Rift, non rischiamo di perderci sempre qualcosa?
Realtà virtuale e automotive
Nel campo automotive, questo qualcosa che rischiamo di tralasciare tra un device e l’altro sono le sensazioni che si provano alla guida di un’auto, magari di un’auto sportiva. Questa perplessità deve aver stimolato anche Jaguar, che si è inventata qualcosa di un po’particolare.
Jaguar ha creato un simulatore di guida di una F-Type, o meglio, ha finto di creare un simulatore. Il nostro brand inglese ha, infatti, organizzato proprio un bello scherzetto: alcune persone, ovviamente ignare di tutto, sono state invitate a salire su una F-Type per godersi una simulazione del suo stile di guida. Indossando un particolare casco per la realtà virtuale, che isola completamente dagli stimoli esterni, i passeggeri non potevano sapere che l’intera esperienza che stavano vivendo, con tanto di accelerate e frenate, non era certo virtuale. Accanto a loro, nel posto di guida, era, infatti, seduto un pilota professionista Jaguar che si è divertito a dimostrare perfettamente tutte le potenzialità di quest’auto.
Se i protagonisti di quest’inusuale test drive si aspettavano un film in 4d “ stile Gardaland”, si sono ritrovati, invece, a vivere qualcosa di totalmente diverso e le reazioni alla rivelazione dimostrano l’unicità dell’esperienza.
In fin dei conti, Jaguar ha, probabilmente, ragione: non tutto può essere simulato; ed è proprio questo il bello della realtà.