Penso che sia difficile, davvero molto complicato, trovare simpatica una voce preregistrata e automatica.
Poi, considero Siri che è stata, per Apple, una delle maggiori novità dall’autunno del 2011. Lei che è un’assistente tuttofare, interagisce vocalmente con le nostre necessità. Invia messaggi, fissa riunioni, telefona e, se noi le facciamo una domanda, Siri cerca di capire, ci riesce (il più delle volte) e, soprattutto, risponde. Con una voce tutta sua, che, in inglese, è quella della doppiatrice professionista Susan Bennett. Certo ben lontana dalla voce di Scarlett Johansson in Her, ma tant’è.
Siri che, dal norvegese, significa “bella donna che ti porta alla vittoria” piace, stuzzica la curiosità e la fantasia. Diverte e forse, per qualcuno, rappresenta il libro delle risposte anche quando conferma di non aver capito la domanda come a sottendere che certi quesiti è meglio non porseli.
In tutto questo riconsidero quanto sia difficile entrare in empatia con una voce meccanica.
E, così, cado sulle voci dei navigatori. In auto sono diventati immancabili compagni di viaggio e quando non si tratta di quelli di serie sono quelli degli smartphone. E’ difficile che qualcuno non faccia affidamento sul loro aiuto. Così che, dibattiti radiofonici o musica, abbiamo sempre quella cantilena che ci dirige e, fortunatamente sempre più spesso, ci porta a destinazione. Sempre più spesso che è ben diverso, però, dal sempre, punto e basta.
Ecco che quella voce che a differenza di Siri non ha un nome e al massimo può ambire all’essere “la signorina dentro la macchina” capita che si perda, che non riesca a trovare la meta, che si ostini a ripetere quell’odiosa “appena possibile effettuare un’inversione ad U”, magari mentre stiamo percorrendo una strada con guard rail centrale. La voce non riesce ad essere simpatica e se non assolve nemmeno il suo compito ecco che non può evitare di essere appellata in malo modo.
Negli anni possibili soluzioni sono state cercate.
Garmin propone, dal 2010, scaricando un’applicazione gratuita, di personalizzare il navigatore con la propria voce o con quella di una persona cara. “Tesoro, alla prossima uscita svolta a destra e mi raccomando guida piano”. Meno robotica, sicuramente. Ma, basterà a tenerci tranquille, anche quando sarà il fidanzato a non portarci a destinazione?
Nel 2009, durante il suo Radio 6 Music Sunday Show in onda sulla BBC, Bob Dylan aveva rivelato di essere in discussione con alcune fabbriche automobilistiche per diventare la voce dei loro sistemi GPS. “Sinistra alla prossima traversa, no a destra. Sai cosa? Vai dritto“. Certo è che se te lo dice Bob Dylan, puoi anche chiudere gli occhi (metaforicamente s’intende) e lasciarti trasportare dalla sua voce e finire in un posto che non era quello prestabilito ed essere, lo stesso, inconsapevolmente felice.
Nel 2008, uno dei leader dei navigatori satellitari ha pensato di dire addio alle voci metalliche e noiose per trasformare quello che è diventato il compagno di viaggio preferito dagli italiani in uno strumento divertente. Aveva indetto, con il TomTom Cabaret Live, un concorso per fornire la propria personale interpretazione del navigatore. A quel punto il GPS avrebbe potuto parlare come il cumenda lumbard o in napoletano doc o con un accento romanesco in pieno stile commissario Monnezza o ancora nel siciliano del Padrino. Ecco che le indicazioni avrebbero potuto diventare incomprensibili, avremmo perso la strada e le liti con la voce fuoricampo avrebbero potuto prendere connotati razzisti.
Nel 2011, per esempio, sempre con TomTom in America, Homer Simpson è stato ufficialmente il primo a prestare la voce, in qualità di celebrità, tramite in-app purchase ad un navigatore.
Pretendiamo di essere portate dove vogliamo, anche se siamo noi a non aver aggiornato le mappe.
Pretendiamo. E ci arrabbiamo con quella malcapitata voce che non ci chiede nemmeno scusa per non aver svolto correttamente il suo lavoro. Ma, con queste arrabbiature arriviamo ad odiare, momentaneamente, il genere femminile?
I navigatori satellitari con la loro voce quasi sempre di donna, rischiano di farci diventare, a tratti, misogini?
In tutto questo, noi di Autoaspillo siamo curiose, qual è il vostro rapporto con i navigatori? Ne siete dipendenti o lo usate solo in caso di necessità? Vi distrae? Vi ha mai fatto affrontare manovre vietate (che poi, nel caso, non è certo colpa del GPS)?
Il vostro è un fascinoso uomo o una donna agitata? Vorreste che fosse vostro marito a darvi le indicazioni o, magari, la voce suadente del vostro attore preferito?
A non essere mai contente, se, in questo caso, dovessero vincere le voci femminili, dovremmo batterci perché le registrazioni delle indicazioni stradali si dividano equamente tra donne e uomini.
Giusto per evitare che il genere femminile paghi pegno per colpe che non ha. 😉