“Parla proprio come una donna, fa l’amore proprio come una donna, ma va in crisi proprio come una bimba” canta Bob Dylan nel ritornello della sua profonda Just like a woman, descrivendo le due personalità differenti della protagonista. Richard Bouchareb, invece, nel suo tenero Just like a woman, remake non esplicitato di Thelma e Louise, racconta la personalità, prima critica e poi libera, delle due protagoniste.
In questo film, come nell’opera di Ridley Scott, le protagoniste sono due donne in lotta contro un opprimente mondo maschile. Sarà solo la ribellione a portarle alla conquista della libertà attraverso un viaggio on the road per la periferia desertica degli Stati Uniti.
Marylin (Sienna Miller), una centralinista il cui matrimonio è in crisi, decide di lasciare tutto quando scopre il tradimento del marito, un parassita criminale. Mona (Golshifteh Farahani), invece, è una donna musulmana che vessata dalla suocera e sposata a un uomo che ama ma dal quale non può avere figli, fugge dopo aver, involontariamente, dato un’errata dose di farmaci all’anziana, portandola alla morte.
E se, vent’anni fa Thelma e Louise hanno attraversato mezza America a bordo di una vecchia Ford Thunderbird, oggi Marylin e Mona vincono la possibilità di correre nel mondo essendo semplicemente, nel bene e nel male, se stesse, a cavallo di una Saab 900 Turbo rossa decappottabile.
Quella del film è la capostipite del 1986, la Saab 900 Cabriolet e da allora, a tre generazioni di distanza, sono state immatricolate più di 300 mila Saab cabrio in tutto il mondo. Al Salone di Francoforte del 1983, la Saab presentò la prima concept su base 900, con il tetto in tela apribile automaticamente: il successo riscosso fra pubblico e addetti ai lavori portò la Casa svedese a produrla in serie. L’evoluzione della gamma cabrio è sempre andata di pari passo con quella della berlina su cui si basa, così, l’introduzione di una nuova 900 nell’autunno del 1993, portò, l’anno successivo, alla nascita della seconda generazione, disponibile anche con un nuovo propulsore di 2.3 litri. Completa la storia delle cabrio svedesi la generazione del 2003, caratterizzata da un’apertura e chiusura automatica del tetto in 20 secondi, fino ad una velocità di 30 km/h, da una tappezzeria in tessuto impermeabile e da una funzione specifica del climatizzatore per la marcia a tetto aperto, per viaggiare en plein air anche d’inverno.
In Just like a woman la bionda wasp Marylin e la mora musulmana Mona, entrambe, una per passione e una per tradizione, danzatrici del ventre, scappano, proprio a bordo di una vecchia Saab decappottabile, dalle rispettive vite, con il vento tra i capelli e la voglia di non farsi più umiliare dai mariti.
Il viaggio è la vita, il viaggio diventa la sfida da superare, diventa la libertà da conquistare, e come Thelma e Louise, anche Marylin e Mona cantano, con la capotte abbassata, quel loro ritrovato momento di perfetta felicità in un altro esempio di amicizia e solidarietà femminile. Perché cantare, come piangere, in auto è liberatorio, permette uno sfogo solitario ma condiviso: si è sole nell’abitacolo della propria macchina eppure s’incrociano gli sguardi degli automobilisti stressati allineati in coda in autostrada oppure arrestati per qualche frazione di secondo al semaforo. E se già è liberatorio cantare all’interno di un’utilitaria, quale totale libertà sarà raggiunta urlando contro il cielo su una decappottabile?
Marylin e Mona vivono un viaggio in cui si danno il tempo di digressioni, soste e deviazioni trasformando i luoghi, malfamati, allo stesso tempo in tappe e mete del tragitto. E anche il loro viaggio acquista una misura, un proprio ritmo fatto di passi e respiri. Tra partenza, attraversamento e arrivo anche Marylin e Mona si trovano a perdere o a raccattare per via certezze, valori, sentimenti o aspettative, riscoprendo femminilità e forza d’animo, “proprio come una donna”.
[…] Just like a woman: donne in fuga su una Saab Published On 14/03/2013 | By Redazione | Motori By Antonella Previtali […]