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Donne in 500, intervista a Marianna Cattolico

3 Aprile 2019 By Giulia Platamone

Donne in 500, intervista a Marianna Cattolico:

Donne in 500 Credits Marianna Cattolico
Donne in 500 Credits Marianna Cattolico

Siamo sempre molto felici di raccontare esempi di Kill the cliché che riguardano le donne e il mondo dell’automotive: oggi vi parliamo di Donne in 500 il progetto nato dall’idea di Marianna Cattolico, una giovane ragazza pugliese che dopo avere acquistato la sua Nina, una 500 del 1969, ha ben deciso di restaurarla in tutte le sue componenti, da sola.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Marianna e chiedere direttamente a lei come sia nata quest’idea e come di fatto stia procedendo il suo progetto in questi mesi.
Che dire, quindi, buona lettura!

Ciao Marianna, ti va di raccontarci com’è nata l’idea di iniziare il progetto Donne in 500 e di condividerlo su un blog e i suoi annessi canali social?
Donne in 500 Credits Marianna Cattolico
Donne in 500 Credits Marianna Cattolico
Ciao a tuti, sì allora, io sono sempre stata appassionata di queste piccole grandi auto in quanto erano le auto nelle quali ho trascorso la mia infanzia. Infatti i miei genitori avevano una Fiat 126 e i miei zii una Fiat 500 e si faceva “a gara” per chi arrivava prima al mare l’estate! Riesco ancora a percepirne i profumi ed i rumori dell’epoca quando ancora non c’erano tanti SUV e auto di grandissime dimensioni e andare a scuola con queste auto era bellissimo in quanto ogni dosso era un volo verso divertimenti e risate da bambina! Ma si sa, si cresce…ma le passioni restano e spesso, quando le conservi e le curi, crescono con te. Così, 12 anni fa, dopo anni e anni di mezzi pubblici, ho deciso quindi di acquistare (con non pochi sacrifici visto il lavoro precario che avevo) la mia prima utilitaria: una Fiat 500 del 1969. Non avevo alcuna intenzione di acquistare altre auto naturalmente! Ne ho viste davvero tante ma mi innamorai di una 500 verde chiaro con interni bianchi. Sembrava fosse uscita dalla copertina di una rivista e la acquistai come utilitaria per tutti i giorni. Ma purtroppo non è andata come speravo. Dopo 20 km si stacca una ruota mentre camminavo. Successivamente si rompe la cinghia della dinamo, stavo ero fondere il motore. Rimango varie volte ferma su strada e tante altre vicissitudini… Insomma sopraffatta dalla delusione, dopo un anno di problemi, l’ho riposta in garage e da allora non l’ho mai più utilizzata. Custodita gelosamente ma senza mai andare a fondo alla questione del “PERCHÉ” fossero successe tutte quelle problematiche, ascoltavo chiunque intorno a me dire “è una macchina vecchia è normale” oppure “chi te l’ha fatta fare!” Ma solo io sapevo e so il valore che ha per me quell’auto.
Sicuramente i vecchi proprietari, come spesso accade per le auto d’epoca, non sono stati molto attenti ai dettagli e non se ne sono presi la giusta cura.
Pertanto l’anno scorso ho iniziato ad informarmi in po’ su internet per cercare qualche guida che mi aiutasse a capire meglio questa piccola macchina e ho trovato vari forum e libri ma materiale video quasi inesistente. Al che mi sono detta “bene Marianna, tocca a te, rimboccati le maniche e inizia a smontarla per capire come è fatta la tua macchina”. Man mano che smontavo e restauravo i pezzi i miei amici hanno iniziato a darmi degli input dicendo “ma lo stai facendo davvero tu?” e ho iniziato a prendere coscienza del fatto che fosse una cosa insolita che una donna potesse fare queste cose. Man mano che smontavo mi rendevo conto che avrei potuto fare qualcosa di utile anche per gli altri e così è nato il mio progetto Donne in 500 nel quale condividerò i video delle varie fasi del mio restauro.
Le donne purtroppo, continuano a essere guardate con un occhio particolare nel mondo dell’automotive: il tuo progetto è una grande sfida anche in un ambito, quello del restauro delle auto, dove sono sempre gli uomini a farla da padrone, cosa diresti a tutte le donne che come te non hanno paura di sporcarsi le mani e di abbattere questi cliché di genere?
I cliché non mi calzano a pennello quindi, come accade con un abito che non mi dona, li evito. Sono sempre stata un tipo non convenzionale sin da piccola visto che, mentre tutte sognavano di fare le principesse, io volevo fare “la benzinaia”. Per me i cliché sono come la tecnologia, li abbiamo creati noi esseri umani e non possiamo permettere che ci scavalchino. Si può essere brave donne, brave mogli, brave mamme, brave lavoratrici, brave casalinghe ecc… e ciò non preclude il fatto di poter sviluppare anche passioni che non siano propriamente femminili. Credo che ci sia una specie di meccanismo da sbloccare nella mente e solo quando inizierai a fregartene di “ciò che penserà la gente di te” inizierai a vivere davvero come vuoi.

 

Donne in 500 Credits Marianna Cattolico
Donne in 500 Credits Marianna Cattolico
La tua Nina compie 50 anni a Luglio, come pensi di festeggiarla?
Eh già, il mio progetto nasce appositamente nel 2019 proprio per questo motivo! Quest’anno Nina compie 50anni e credo che questo restauro sia il regalo più bello che io le possa fare. Purtroppo quando la acquistai non ero a conoscenza delle “regole” che ci sono quando si parla di auto d’epoca. Colori della carrozzeria, colori degli interni, punzonatura del motore, tutto deve essere quanto più originale possibile (quindi come uscito dalla fabbrica). Pertanto essendo stata piuttosto maltrattata dai vecchi proprietari, cercherò di riportare Nina alle origini quando Mamma Fiat le ha dato vita donandole il suo colore originale, i suoi sedili, cambiando le lamiere arrugginite…insomma dandole nuova vita! E non vedo l’ora di rivederla sfrecciare su strada!! Beep beep!
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Filed Under: Donne alla guida, In Primo Piano, Kill the clichè, Lifestyle Tagged With: donne in 500

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