Vestire un’auto è come vestire una bella donna, o un bell’uomo, beninteso. Noi di Autoaspillo lo sosteniamo, ma non è una novità. Il connubio tra moda e autovetture non è un avvenimento nuovo né cosa recente.
Peugeot 205 e Lacoste: gli esordi
I francesi, questa volta ci hanno anticipato, sono stati i primi. Correva l’anno 1985 e un’autovettura completamente bianca, con tetto apribile, specchietto laterale su entrambi i lati, sedili in velluto e moquette verde sul fondo faceva capolino sulla scena italiana. Era la Peugeot 205 1200cc realizzata in collaborazione con Lacoste, tant’è che in evidenza su sportelli e portellone posteriore campeggiava il coccodrillo della maison francese. Siete fashion victims del vintage? Non potete non conoscere quest’auto, ancora molto ricercata.
Tre anni più tardi, forte del successo ottenuto in precedenza, Peugeot lanciò sul mercato una versione con i sedili in tessuto jeans, più sobrio del precedente e identificabile dalla scritta Junior sulle fiancate. Questa versione era, infatti, spinta da un propulsore di soli 954cc per colpire soprattutto una fascia di pubblico giovane, più attenta ai consumi e al prezzo d’acquisto. Ovviamente, amante del denim.
Ecco, quindi evidente come le maison di moda collaborino da anni nella creazione di un design automobilistico unico e vincente, che sappia differenziarsi e che sia indirizzato ad un pubblico più attento ai dettagli, non sbagliate se state pensando a quello femminile. Le auto si trasformano in oggetti d’arte e di design, distinguendosi con linee accattivanti, eleganti, morbide, eclettiche, stravaganti a seconda dello spettatore che vogliono conquistare.
Citroen C3 D&G: stravaganza luccicosa
Nel 2004, un’altra casa francese decise di dare una scossa al mercato del co-branding ormai fermo da troppi anni. Gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno fatto l’occhiolino a Madame Citroen, firmando l’elegante C3, disponibile in versione berlina o pluriel, con solo due colori nero o grigio Diamond. Sono stati tirati a lucido i paraurti anteriori e posteriori, i profili laterali, la conchiglia degli specchietti retrovisori, le maniglie delle porte, il terminale di scarico, l’antenna della radio e i coprimozzi; insomma ogni punto permetteva alle signore di rifarsi il trucco.
E, non è finita, siccome se bisogna osare lo si deve fare sul serio, ecco che è stato inserito il logo D&G, sui coprimozzi, sopra le frecce laterali in vetro trasparente e sul portellone. All’interno pelle Silver perché davvero argentata ricopriva i sedili, i pannelli delle portiere, il cassettino portaoggetti e le bordature dei tappetini. Siete fashion victims di tutto ciò che luccica? Cercate, tra i 5000 esemplari che dovrebbero esserci a spasso o in qualche garage, le C3 completamente ricoperte di Swarovski.
Dopo la scossa di Citroen, come se si fosse aperto un enorme vaso di pandora, numerose case automobilistiche introdussero nella loro gamma auto co-brand, che si trattasse del modello entry level o della supercar per pochi eletti.
Lamborghini e Versace: lusso da sballo
Nel 2006, in occasione delle fashion week di Milano e Parigi, Lamborghini automobili e Versace presentano in soli 20 esemplari la Murcielago LP640 Versace, bianca o nera.
I sedili, la consolle centrale, il cruscotto e le finiture interne dell’abitacolo sono state realizzate in morbidissima pelle bianca. Una placchetta, con inciso il logo Versace ed il numero progressivo di ogni esemplare, è stata fissata al centro dell’abitacolo tra i due sedili.
I 20 fortunati, o facoltosi, proprietari hanno ricevuto insieme alla loro supercar, anche un set di valige abbinato, dei guanti e delle scarpe da guida ed è stato appositamente creato un orologio Versace dedicato a questo modello.
Citroen e Pinko: creatività effervescente
Citroen ci riprova nel 2007 e nel 2008 con il nuovo collaboratore Pinko. La prima esperienza è la C1 Pinko con l’abitacolo con rifiniture cromate, pomello e cuffia del cambio in pelle, interno delle portiere verniciato in color cipria ultra-shiny e personalizzato con scritta Pinko, tappetini esclusivi con bordatura a filo e ricamo in color Magenta I want the world at my feet. Perché, diciamocelo donne, se l’uomo “ non deve chiedere mai” ma potrebbe, per questo, anche non avere nulla, le donne dicono quel che vogliono.
Vano portaoggetti del cruscotto personalizzato con scritta Pinko in color Magenta e, dulcis in fundo, sgranate bene gli occhi donne alla lettura, nel bagagliaio era alloggiato un baule-beauty contenente accessori di abbigliamento Pinko, ovviamente, del valore di 500 euro. Sempre disponibile in versione berlina o pluriel e decisamente destinata ad un pubblico femminile, ecco la seconda esperienza di questa collaborazione nella C3 Pinko Gold.
La scritta Il vento tra i capelli e un uomo ai miei piedi sul tappetino appena si apre la portiera della versione pluriel, ricorda in ogni occasione che con la proprietaria c’è poco da scherzare. La versione berlina appare meno sfacciatamente declinata al femminile con il tappetino che si limita a citare, come nella pubblicità, un semplice Oh, My Gold!. E se con D&G tutto era argentato con Pinko tutto si è fatto dorato. I sedili sono in denim dorato, i profili del cruscotto e del pomello del cambio sono in oro. I colori per la berlina erano due, Gold&White e Gold&Black, e tre per la versione cabrio, Gold&Cream, Gold&Black e Gold&Cherry.
Renault e Miss Sixty: una versione in rosa
Ormai è una rincorsa alla conquistare di più favori tra quel pubblico femminile sempre alla ricerca di arte e design in ogni aspetto del quotidiano. Nel 2010 è la volta di Renault che con la sua Twingo Miss Sixty da un tocco fashion alla piccola della casa.
Il rosa, in tonalità bohème, contraddistingue la carrozzeria e i cerchioni in lega contrastando il nero perlato degli specchietti laterali, di un motivo floreale adesivo sul cofano e delle modanature dei paraurti. All’interno l’alcantara nero è spezzato da elementi in pelle rosa della stessa tonalità, logo Miss Sixty su pannelli portiere e tappetini.
Fiat 500 e Gucci: italianità totale
Lanciata sul mercato nel 2011, il 150° anniversario dell’unità di Italia, la 500 Gucci si riconosce grazie all’inconfondibile fettuccia verde e rossa che corre orizzontalmente su tre lati dell’autovettura e alla scritta cromata sul posteriore e sui montanti laterali.
All’interno i sedili in pelle bicolore bianca e nera sono impreziositi dalla fettuccia verticale Gucci, ripresa anche come motivo delle cinture di sicurezza e dalla serigrafia della doppia G nella parte della seduta e da una doppia G di dimensione notevole sul poggiatesta.
Chiedo a voi lettrici raffinate e stilose, avrebbe mai potuto una maison fiorentina perdere l’occasione di creare una linea di accessori co-brandizzati con il marchio Fiat? Certo che no. E così, una collezione comprendente accessori da viaggio, piccoli oggetti in pelle, tute sportive, bomber, guanti da pilota, occhiali e un orologio da polso fa da coronamento a chi non vuole mai dimenticare di esser felice possessore di una 500 by Gucci.
Automobili molto femminili destinate a farsi notare con discrezione ma lasciando il segno sono la strategia vincente delle case automobilistiche che soddisfano il gusto italiano, e femminile, per uno stile ricercato, anche alla guida.
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